Poeti e Poesie:
Pover Pantalon
di Bruno Lanfranchi
A pagare sono sempre i più poveri!
Bruno Lanfranchi, AI me Zarden Azzali, 1991
Pover Pantalon
Sentì, cara i mé ragass,
a semm propria di malgass,
coj ché al gveren, ch’i sarvlon,
i s’ànn tot par di mamlon.
Lor it men’n al can par l’ara
dzend ch’i par’l in verta ciara.
Jà sentremma cme ’l sigali
a conteress dill gran bali.
A promett’ress Romma e tomma
che tirandegh po ’la somma,
da trent’ani l’é la storia
ch’la s’é persa tutt in gloria.
Vriv saver cme l’andrà a fnir?
L’elession ch’é ch’i dré gnir?
Tutt ch’j omett ch’émm mandé al gveren
j’énn dvinté di Padreteren.
Incolé i s’énn par ’d j’ani
sott’al cul, scranò e scrani.
An v’in siv ancorra acort
che ’l povrett l’é semp’r in tort?
Fin che al gveren gh’é i baron…
ch’i pagrà l’é Pantalon!
Recitata da Aldo Pesce, accento di Parma Città.
Pover Pantalon
Sentite, cari miei ragazzi,
siamo proprio dei minchioni,
quelli che sono al governo, quei cervelloni,
ci hanno scambiati per degli ingenui.
Loro menano il can per l’aia
dicendo che parlano chiaramente.
Li sentiamo come le cicale
a raccontarci delle gran balle.
A prometterci Roma e toma
che tirando poi la somma,
da trent’anni è la storia
che si è persa tutta in gloria.
Volete sapere come andrà a finire?
Le elezioni che sono quì che stanno arrivando?
Tutti quegli ometti che abbiamo mandato al governo
sono diventati dei Padreterni.
Incollate si sono per degli anni,
sotto il sedere, scrannoni e scranne.
Non ve ne siete ancora accorti
che il povero è sempre in torto?
Fintanto che al governo ci sono i baroni…
chi pagherà è Pantalone!