Prosa dialettale:
Proverbi parmigiani agrari e meteorologici di Carlo Rognoni
I proverbi sono una cosa seria, un estratto di saggezza antica
Proverbi parmigiani agrari e meteorologici
di Carlo Rognoni
Voci di Mirella Cenni e Maurizio Landi, accento di Parma Centro
Carlo Rognoni di Vigatto (1828-1904) laureato in Chimica, insegnò presso la nostra Università e dedicò
tutta la sua vita alla ricerca e approfondimento, elaborazione e diffusione delle scienze agrarie per il
miglioramento dell’agricoltura Parmense. I proverbi, come diceva il prof. Rognoni,
“sono più utili delle dottrine di certi cattedratici,
perché sono fonte e documento della sapienza delle passate generazioni”.
Riportiamo il testo integrale.
La grafia, del 1881, è stata aggiornata per renderne più facile la comprensione.
Téra nigra dà bón pan téra, bianca gnanca ’n gran.
Le terre argillose di colore nerastro sono ottime per la coltura del grano,
mentre le terre calcaree biancastre non danno buoni raccolti.
Chi ha tèra e cà l’è ’n sior e gnanc’ al sa.
Chi ha della terra e una casa è un signore, e non lo sa.
Chi cómpra téra a compra guéra.
La proprietà dei poderi, soleva dar luogo a frequenti litigi.
Chi compra un sit, lontàn da tri: sjori, convént e fiumm.
I vecchi raccomandavano, a chi comprava poderi, di guardarsi dai ricchi possidenti,
dai conventi e dai fiumi, poiché era pericoloso avere a che fare con loro.
L’é mej stӓr bén a patrón che a posjón.
Per i coloni giova di più la bontà del padrone che la fertilità del terreno.
L’ombra ’dl’ istè la fa mӓl a la pansa d’inveron.
L’agricoltore che poltrisce d’estate nell’inverno patisce la fame.
Broca sécca uvva tanta, broca vérda uvva manca.
La vite da più uva se attaccata ad un palo che ad un albero.
La mizéria la vén sempr’ in bӓrca.
Le stagioni moto piovose apportano carestia.
Cuand Nadӓl al vén in dmenga vénda i bo e tén la mèlga.
Antica credenza: se il Natale cade di domenica ci sarà carestia.
Quand la plugga va de znӓr, poca paja va al paiӓr.
La mitezza della temperatura di gennaio porterà ad uno scarso raccolto.
Se ’l trón canta inans al cucch, tutt l’anӓda va strabucch.
Se c’è il tuono di marzo prima di sentire il canto del cuculo l’annata sarà temporalesca.
Fin che ’l néspol n’ é fiorì tén dacàt al to vestì.
Fin che il nespolo non è fiorito, a maggio, non ti scoprire.
Chi guӓrda la lón’na, va in-t-al fos.
Sbaglia quell’agricoltore che bada alla luna, che ha poca influenza sulla vegetazione.
La néva d’un méz l’é mӓdra, de du l’é madrìggna, de trì l’é tìggna.
Un po’ di neve fa bene alle colture, troppo, immerse nella umidità, le può fare morire.
Quand’ il galén’ni i fan di svolàs, l’ é poch lontàn un squas.
Quando le galline si mostrano inquiete e battono le ali, di lì a poco ci sarà un acquazzone.