Voci dalla provincia: Parlär burgzàn (fidentino) settima parte
di Vittorio Chiapponi e Temistocle Corradi, Quaderni Fidentini, 1990
Voci di Vittorio Chiapponi e Angela Pietrantoni


còchi callosità dei piedi, gratuito privilegio della più o meno tarda età;
cridür pianto dirotto e desolato;
cucón cocchiume; ciuffo di capelli a crocchia, uovo;
cucón a sbatì uovo frullato;
cucón d’la bùta cocchiume; *
cucón èd la tö mâma gergo affettuoso che sta per: cocco, tesoro di mamma tua;
cucón p’r èl cälzi pezzo di legno tornito a forma d’uovo, utilizzato per il rammendo di
scapén dèl cälsi il piede della calza;
Una sortita poetica:
«Brüza l’armäri – brüza èl sifón, brüza chèl dòni – chi port’n èl cucón;
brüza èl cumò – brüza èl cunvént, brüza chèl dòni – chi port’n èl cül fént»
brucia l’armadio – brucia il comodino, brucia quelle donne – che portano la crocchia;
brucia il cassettone – brucia il convento, brucia quelle donne che portano il sedere posticcio,
il tutto sull’aria del valzer delle «Campane di Corneville»;
cunfalòtt papavero;
dvintär rùss cmé un cunfalòtt arrossire;
rùss cmé un cunfalòtt sinistroide arrabbiato;
cunsêri pinzimonio; confessionale; condimento;
curzöla laccio di cuoio per scarponi;
magnär un piàt èd cürzöli mangiare un piatto di tagliatelle;
custêra luogo esposto al sole;
stär a la custêra crogiolarsi al sole; abitare in un posto solatìo;
damblén sùbito; d’acchito;
fägh’la damblén farcela subito, senza tante storie;
sètt e mèz damblén fare sette e mezzo con solo due carte, giocando a «sette e mezzo»;
dânda una delle striscie di stoffa, di tela o di corda di cuoio, (cinghia) per sorreggere i bambini quando incominciano a camminare;
där a la dânda camminare barcollando;
darnèra lombaggine, mal di vita; mal di schiena o di reni;
déma sagoma; forma; modanatura;
där la déma sagomare; dare la forma;
dôrmia anestesia; etere;
där la dôrmia anestetizzare; irretire; sedurre; ammaliare;
dròcc approssimazione;
där un dròcc valutare a stima, pressapoco, un tanto al metro;
drucär crollare; cadere; cascare di colpo;
drucär da la sònn cadere dal sonno;
éndaz indice; puzzone; marcio; puzzolente;
öv éndaz uovo lasciato nel nido dalla gallina, come segno propiziatorio per ulteriori deposizioni di uova; uovo marcio;
spüssär cmé ’n éndaz puzzare come un uovo andato a male; riferito anche a persona che lascia scorrere in libertà fetidi sussurri intestinali.
* Tappo di sughero che chiude il foro della botte, e il foro stesso, del diametro da 3 a 8 cm, praticato su una doga delle botti in corrispondenza del diametro massimo. Serve per riempire e vuotare il fusto, solforarlo o prelevare campioni.
(continua)
Da Ciao Borgo Immagini vive tra ricordi e nostalgie
di Vittorio Chiapponi e Temistocle Corradi, Quaderni Fidentini n° 36, 1987